mercoledì 20 maggio 2015

Operazione classici #3: Recensione "Anna Karenina" + terzo libro scelto


Ciao ragazzi! Ecco qui anche me con la recensione di uno dei classici più classici che ci sia. Anna Karenina con le sue 996 pagine (la mia edizione, ma variano dagli 800 ai 1000) ha mietuto parecchie vittime. Io mi sono trascinata dietro il libro per mesi, intervallandolo con altre letture, non perché non mi stesse piacendo ma perché erano effettivamente troppe pagine e ogni tanto avevo bisogno di una pausa con libri più leggeri e veloci, da finire in qualche giorno. Comunque sono super soddisfatta di essere arrivata alla fine e di aver apprezzato questo bellissimo libro e questa bellissima storia. Avevo già conosciuto i protagonisti con il film del 2012 , quindi ora sono curiosissima di rivederlo con la lettura del romanzo alle spalle!

ANNA KARENINA
di Lev Tolstoj

RECENSIONE
Il romanzo Anna Karenina in realtà è un romanzo corale. Affronta le vicende di molte persone legate tra loro da rapporti di parentela o d'amore e tra esse troviamo anche Anna. Si sviluppa quindi su molti fronti ed affrontando la vita di molti personaggi, affronta tematiche molto diverse fra loro. Il tutto si apre con la famiglia del fratello di Anna, Oblonskij, una famiglia numerosa con qualche scheletro nell'armadio. Sarà attraverso loro che Anna incontrerà ad un ballo il conte Vronskij e da qui tutto il suo mondo, ma anche quello dei personaggi ad essa legata, verrà sconvolto. Siamo nella società russa alla fine dell'800 e Tolstoj tratteggia benissimo tutti i pregi e i difetti di questa società. Quasi tutti i personaggi, tutte le famiglie hanno i loro scheletri. In società tutti sanno tutto, ma non se ne parla, per non creare scandali inutili, come invece ha fatto Anna, scombussolando la vita di tutti i personaggi con la scelta coraggiosa di non mentire e non prendere in giro nessuno, ma rivelare i suoi peccati. Ovviamente questa scelta le si ritorcerà contro e la società, con tutta la sua falsità, non l'accetterà mai. Questo è un lungo romanzo scritto benissimo a mio avviso. Lungo si ma quasi mai prolisso, a parte i capitoli su Levin, la caccia, il raccolto, le elezioni: ecco questi sono stati un po pesanti, più che altro perché molte delle cose di cui parlava Tolstoj per me erano incomprensibili. Levin e Kitty sono praticamente l'unica coppia felice di tutto il romanzo, anche se loro non vivono una perfetta fiaba: sono personaggi reali con le loro paure e le loro litigate. Troviamo nel romanzo ogni genere di persona: chi si dedica solo al lavoro (come Sergej Ivanovic), chi si dedica solo ai figli (Dolly), chi insegue l'amore e la bontà (Kitty e Levin), chi vuole vivere a tutti i costi e non si accontenta mai (Anna), chi ricerca le cose belle e le passioni forti (Vronskij) e chi si gode solo i piaceri della vita senza pensare alle conseguenze (Oblonskij). Tolstoj delinea ogni carattere alla perfezione. Descrive gli sguardi, gli atteggiamenti, i cambiamenti d'umore con una minuziosità e una poesia che solo una scrittore dell'ottocento può avere. Sono rimasta piacevolmente colpita dalla scena del ballo nella quale Anna e Vronskij si innamorano perché è ricca di sentimenti, sia positivi che negativi, ed è così struggente ma allo stesso tempo speranzosa. 
E' la scintilla che ha fatto scoppiare un incendio, fatto di sguardi impauriti, di menzogne, lacrime e malattia. Anche la malattia è appunto molto presente nel romanzo, sia quella del corpo (in primis con il fratello di Levin) sia quella dello spirito e della mente (Anna sviluppa una vera e propria forma di depressione). Sono rimasta affascina da tutte le descrizioni sulla vita in quell'epoca e in quei luoghi così freddi e lontani. Ho scoperto molte abitudini e comportamenti che non conoscevo e mi piace davvero tanto scoprire cose comuni, della vita di tutti i giorni di altre epoche e luoghi. Poi si sa che la Russia mi affascina.
PS: A quei tempi i treni viaggiavano tra la neve e le tormente russe, con una temperatura bassissima. Qui a Roma appena cadono due gocce d'acqua i treni vengono soppressi, le stazioni si allagano. Ma come è possibile ciò? Treni italiani vi prego, prendete spunto da quei bei treni russi dell'ottocento. Tra l'altro erano stupendi *-*
IL MIO GIUDIZIO: ♥♥♥♥

PROSSIMO LIBRO:
Il prossimo classico che voglio leggere, non so quando ma sarà il prossimo, è un libriccino piccolo piccolo al confronto di Anna Karenina, di cui ho sentito parlare solo bene. Spero sia una storia ricca di emozioni ed amore. Ve lo presento:

LA SIGNORA DELLE CAMELIE
di Alexandre Dumas (figlio)

TRAMA: Scritto nel 1848, quando l’autore non aveva che ventiquattro anni, il romanzo La signora delle camelie creò subito un mito, entrato nell'immaginario di intere generazioni e diventato protagonista delle scene, sia del teatro di prosa che del teatro d’opera, nonché degli schermi del cinema. Lo stesso Dumas ne realizzò una versione teatrale, affidandola a Sarah Bernhardt. Pochi anni dopo, Giuseppe Verdi saprà farne una trasposizione sublime, in musica, con La Traviata. Margherita Gautier, alias Violetta, è diventata così una figura a sé stante: un mito appunto, con il quale si sono confrontate dive come Eleonora Duse, Greta Garbo, Maria Callas. André Maurois ha scritto: «La signora delle camelie fa capire perché Maupassant e Tolstoj considerassero Dumas figlio uno dei più grandi romanzieri del loro tempo». Per Irene Bignardi è «il romanzo sul prezzo della donna», amante o moglie che sia, traviata o no.

Nessun commento:

Posta un commento